Mozart a Lodi: il Quartetto K80

Si sa da una lettera di quei giorni che il Quartetto è stato composto «di sera, in un albergo a Lodi». Quale postscriptum sulla busta, Mozart annota, da clown quale sa essere, i vocalizzi «sovracuti» del famoso castrato La Bastardella, conosciuto proprio in quei giorni.

tratto da “Mozart, Signori il catalogo è questo!” di A. Poggi e E. Vallora

Le influenze nel Quartetto K80 di Mozart

«…per quanto il genere del quartetto fosse largamente coltivato in Germania, lo stimolo alla creazione venne a Mozart piuttosto da parte degli italiani, come Sammartini, Tartini e Boccherini»

Albert

 

«Si tratta già di un vero e proprio Quartetto, benché la condotta delle voci accompagnanti sembri additare indietro, al “divertimento”. In breve: un’opera interessante, fra lo stile di Salisburgo e quello di Milano; non ancora Sammartini ma non più Michael Haydn»

Paumgartner

tratto da “Mozart, Signori il catalogo è questo!” di A. Poggi ed E. Vallora

 

Brahms e il quartetto

È singolare, anche se psicologicamente comprensibile, che Brahms – autore di due Sestetti, di due Quartetti con pianoforte e di un Quintetto con pianoforte – abbia rimandato per vent’anni la creazione di un Quartetto per archi: colpa di un’eredità impegnativa («Non potete immaginare cosa si provi a sentire i passi di un gigante come Beethoven dietro le proprie spalle») e di una formula musicale, quella del quartetto d’archi, da sempre ritenuta la più difficile ed aristocratica: d’altronde Brahms era ben consapevole che anche Beethoven fosse giunto all’età di trent’anni prima di aver osato affrontare, con l’Op.18, il «fantasma» del quartetto. Si ha notizia di un’opera giovanile (ascoltata perfino da Schumann) che fu distrutta dall’autore, insoddisfatto e poco convinto; dopo questo esperimento degli anni ‘50, si contano soltanto progetti, abbozzi e rimaneggiamenti: decine di tentativi travolti da dubbi e insicurezza. Per anni le difficoltà – oggettive e psicologiche – ebbero il sopravvento sulla volontà creativa; e questo nonostante le continue richieste dell’editore Simrock, gli affettuosi consigli dell’amico Joachim e l’incoraggiamento di Clara Schumann: vent’anni di attese, di impegno e di ripensamenti.

tratto da “Brahms. Signori, il catalogo è questo!” di A. Poggi E.Vallora

Mendelssohn ascolta i quartetti di Schumann

Ottobre 1842

Del mese di settembre voglio ancora annotare che il 29 David ha suonato i miei Quartetti a Mendelssohn, che passava di qui al ritorno dal suo viaggio in Svizzera. C’erano soltanto Hauptmann, che ora è Kantor alla Thomasschule, e Verhulst: un pubblico ristretto ma buono, che è parso impressionato favorevolmente dalla musica. Più tardi, prima di andar via, Mendelssohn mi ha detto che non trova le parole per dire quanto gli piace la mia musica. La cosa mi ha fatto molto piacere, perchè considero Mendelssohn il miglior critico: ha una lucidità che nessun altro musicista vivente possiede.

tratto da “Casa Schumann, Diari 1841-1844″

di Robert Schumann e Clara Wieck